Dedicata ai Santi Giacomo Apostolo e Vincenzo Levita, viene datata nel XII secolo. Di certo si sa che nel 1184 il Vescovo di Bergamo nomina un certo Alberto di Parre come Parroco di questa Chiesa. L’edificio ha visto nel corso dei secoli numerosi e costanti interventi di restauro. La sua struttura architettonica è romanica a tre navate, divise da colonne e coperte da volte a crociera. Le navate laterali e il presbiterio presentano un forte intervento barocco. Il presbiterio offre uno scenario straordinario; un altare ligneo dorato in barocco alpino (1645); un coro con 34 cariatidi del XVI secolo; sei tele di Antonio Cifrondi (1690) che descrivono episodi della vita di S. Giacomo e di S. Vincenzo martiri. La volta offre una sequenza di affreschi eucaristici. Sul lato sinistro si possono ammirare le due porte di rame dorato che racchiudono uno spazio dove vengono custoditi due reliquiari di Santi e la grande Reliquia della Santa Croce (sec. XVII). Sulla parete della navata sud si può ammirare la “Gloria dei Santi” di Antonio Marinoni di Comenduno del 1545; le gerarchie dei Santi, disposte su quattro ordini in costumi di monaci, vescovi, cardinali, dottori della chiesa, si allineano sulla parte inferiore del quadro intorno al Redentore, ai lati del quale, in alto, nell’azzurro del cielo, si prostrano adoranti due gruppi d’angeli. Ignoto è invece l’autore del polittico a cinque scomparti che gli inventari della Fabbriceria dicono di scuola veneta, che si trova sul lato nord della Chiesa. Sulla parte inferiore è raffigurato al centro Giovanni Battista, alla sua sinistra San Martino di Tour e a destra San Giacomo; sulla parte superiore San Sebastiano e San Giovanni Evangelista. Sulla parete di fondo sono presenti: la tela di S. Luigi (Saverio Dalla Rosa 1872), S. Antonio e un bellissimo organo, realizzato dai Perolini di Villa d’Ogna, che è citato per la prima volta in un documento del 1659. Un documento del 1864 collocava l’organo nella parte sinistra dell’aula, sopra l’entrata rivolta a nord, viene poi spostato durante i restauri del 1882 sulla parete di fondo e ampliato nel 1885 ad opera dell’organaro Egidio Sgritta (1830-1901). Negli archivi parrocchiali, è presente l’elenco degli organisti che vi hanno suonato, con relativo stipendio; tra questi vi è Antonio Gonzales che, insegnando a Bergamo, ebbe tra i suoi alunni Gaetano Donizetti. Completa lo splendore di questa Chiesa il Battistero (1511), inserito in una cappella in stile rinascimentale, con una cancellata ottocentesca. All’esterno, al termine del portico (XVII sec.), si può ammirare la cappella di S. Benedetto (1456) consacrata dal Vescovo Giovanni Buccelleni, i cui affreschi ne cantano la bellezza. A fianco di questa si può visitare la raccolta di arredi liturgici, tutti appartenenti alla storia cristiana di Gromo.
Fotografia di Vincenzo Piramide